//Holzwege Upcoming Solo Show\\ – Galleria Primo Piano / Rimini

Holzwege – Solo show – Rimini – Galleria Primo Piano – 16 maggio/28 giugno 2015

A cura di Giuseppe Padula

In collaborazione con Galleria Atlantica

Vernissage 16 maggio 2015 H.18:00

Muovendomi tra i recenti lavori di Enrico Minguzzi, mi è tornato in mente un  racconto di Zhuang-zi, uno dei maestri del taoismo. Zi-gong, in viaggio tra i monti della provincia di Chu, incontra un giardiniere intento ad  irrigare il proprio orto e per far questo scende numerose volte all’interno di una caverna per attingere l’acqua necessaria alle sue piante. Zi-gong gli chiede: «Se aveste una macchina che riuscisse a irrigare cento aiuole al giorno, non vorreste servirvene?». «Com’è fatta? Chiese il giardiniere levando lo sguardo su Zi-gong». «È una macchina di legno cavo, pesante dietro e leggera davanti, con la quale si tira su l’acqua come si potrebbe far con la mano, ma così velocemente che l’acqua trabocca ribollendo dal secchio: questa macchina si chiama “Pozzo a bilanciere”». Il giardiniere si adirò, cambiò colore e con scherno disse: «Ho imparato questo dal mio maestro: chi si serve di macchine, usa dei meccanismi e il suo spirito si meccanicizza. Chi ha lo spirito meccanicizzato non possiede più la purezza dell’innocenza e perde la pace dell’anima. Non ignoro i pregi di questa macchina, ma avrei vergogna a servirmene». La pittura di Enrico, per appartenenza generazionale, non attinge alla macchina del concetto, nel suo viaggio ha lasciato alle spalle lo scontro con il digitale, i dialoghi collaborativi e sfidanti tra la tecnologia dello screen e l’energia della tela, e si avventura nella freschezza dell’essere, del colore e della vitalità, perdendosi senza alcuna remora intellettuale dentro un heideggeriano ’’Holzweg’: ‘Holz è un’antica parola per dire bosco. Nel bosco ci sono sentieri che, sovente ricoperti di erbe, si interrompono improvvisamente nel fitto. Si chiamano Holzwege. Ognuno di essi procede per suo conto, ma nel medesimo bosco. L’uno sembra sovente l’altro: ma sembra soltanto. Legnaioli e guardaboschi li conoscono bene. Essi sanno che cosa significa trovarsi su un sentiero che, interrompendosi, svia “. (M. Heidegger, Holzwege, 1950 ). Sentieri che hanno quella innata e rivoluzionaria potenza di interagire con noi recuperata dalla pittura di Enrico, lasciando il rumore di fondo della mediazione tecnologica a campi di battaglia lontani.

Giuseppe Padula

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