Artist Residency @AREACREATIVA42
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MONDI PARALLELI. Marco Abbamondi | Dario Agrimi | Enrico Minguzzi | Barbara Nati Capri, AICA | Andrea Ingenito Contemporary Art 23 aprile – 20 maggio 2017 Inaugura sabato 22 aprile, ore 18.30 Ricomincia la stagione estiva della sede caprese delle gallerie AICA | Andrea Ingenito Contemporary Art con la mostra Mondi Paralleli, un progetto di quattro talentuosi artisti: Marco Abbamondi, Dario Agrimi, Enrico Minguzzi e Barbara Nati. In esposizione circa 20 opere tra lavori su tela, fotografie e sculture. I Mondi Paralleli sono personali riflessioni sulla rappresentazione della realtà che ci circonda. Ciascuno di questi giovani artisti ha saputo farsi interprete, attraverso un linguaggio estremamente contemporaneo e accattivante, di un punto di vista che da personale diventa universale. I Mondi Paralleli dialogano senza mai incrociarsi, catturando l’occhio dello spettatore, forniscono un’interessante rassegna sui molteplici linguaggi dell’arte contemporanea. Le opere di Marco Abbamondi, Napoli 1974, traggono ispirazione dalla Natura: forme biomorfe segnano in maniera decisa il suo stile particolare. Nel proprio lavoro estrinseca un rapporto “fisico” con la materia, con la tela, con l’oggetto. I lavori di Dario Agrimi, Atri 1980, sono il frutto di una ricerca iperrealista in cui le distanze tra realtà e finzione vengono meno, le figure in continuo divenire spaziano dall’ironico al grottesco, ci conducono inevitabilmente ad interrogarci sulla natura delle cose. Enrico Minguzzi, Bagnacavallo 1981, unisce nella sua opera criteri tradizionali e soluzioni innovative, con un interesse specifico per la natura. L’atmosfera dei paesaggi rappresentati riesce a penetrare lo sguardo dello spettatore e a far percepire il profumo del legno, delle foglie, della neve. Barbara Nati, Roma 1980, riflette attraverso la fotografia un mondo complesso in cui i linguaggi si incrociano e si contaminano. Scatti dalle atmosfere oniriche, utopiche, talvolta apocalittiche mirano ad analizzare il caos che regna sotto la superficie della realtà, pur mantenendo uno sguardo sempre carico di ironia e leggerezza. La mostra sarà visibile fino al 21 maggio. Nel corso della stagione si avvicenderanno, inoltre, altri tre importanti eventi, una grande artista americana e un altro artista internazionale occuperanno le sale della galleria nei mesi estivi fino alla chiusura di settembre con un grande nome dell’arte italiana.
Informazioni utili Indirizzo Date Inaugurazione Orari Info al pubblico AICA Andrea Ingenito Contemporary Art | Via Le Botteghe 56, Capri 23 aprile – 20 maggio 2017 sabato 22 aprile, ore 18.30 da martedì a domenica, h. 18 – 22.30 081.0490829 | info@ai-ca.com | www.ai-ca.com
Solo show / del buio e altre storie di luce / installation view
Venerdì 18 marzo alle ore 18.30 in via Matteo Pescatore 11/D, la galleria Opere Scelte inaugura Del buio e altre storie di luce, personale di Enrico Minguzzi.
L’esposizione è un elogio che l’artista fa alla luce attraverso una serie di lavori inediti: natura rigogliosa, che come lui stesso afferma è “vista attraverso il filtro della nostra contemporaneità”. I paesaggi di Minguzzi nascono dai ricordi delle sue terre, ricostruzioni dei luoghi che ha vissuto, visitato e sognato, intercalati spesso da pattern o linee, elementi facilmente riconducibili a visioni multimediali. L’elemento irreale e artificiale è sempre presente, anche se a volte è meno evidente – ne sono un esempio le differenti fonti di luce che agiscono contemporaneamente nel paesaggio bucolico – invasioni che riescono a fondersi con la natura, dandole la possibilità di esprimersi al massimo. I luoghi sembrano mediati da una lente ultrasensibile capace di mostrarne la vera essenza: narrazioni che la luce concede a forme e a colori, di giorno e di notte. In mostra, gli ultimi lavori dell’artista propongono visioni notturne e diurne che introducono nella sua ricerca colori più brillanti, saturi e accesi.
Pennellate rapide e spesse si alternano a particolari dettagliatamente definiti, a tecniche industriali o a pratiche orientali. Le diverse modalità descrittive conferiscono alle immagini differenti velocità di osservazione; si entra all’interno del paesaggio e all’interno della materia che prende vita nella sovrapposizione di trasparenze.
Nella complessità della sua pittura, Enrico Minguzzi rappresenta la semplicità e la bellezza della natura, percepita da un uomo permeato anche di cultura tecnologica che però non utilizza direttamente, pur esplicitandone l’essenza.
La mostra sarà allestita fino a sabato 30 aprile 2016.
MODULO FEST 2015 / centro climatico marino, Milano Marittima / INSTALLATION VIEW
Holzwege – Solo show – Rimini – Galleria Primo Piano – 16 maggio/28 giugno 2015
A cura di Giuseppe Padula
In collaborazione con Galleria Atlantica
Vernissage 16 maggio 2015 H.18:00
Muovendomi tra i recenti lavori di Enrico Minguzzi, mi è tornato in mente un racconto di Zhuang-zi, uno dei maestri del taoismo. Zi-gong, in viaggio tra i monti della provincia di Chu, incontra un giardiniere intento ad irrigare il proprio orto e per far questo scende numerose volte all’interno di una caverna per attingere l’acqua necessaria alle sue piante. Zi-gong gli chiede: «Se aveste una macchina che riuscisse a irrigare cento aiuole al giorno, non vorreste servirvene?». «Com’è fatta? Chiese il giardiniere levando lo sguardo su Zi-gong». «È una macchina di legno cavo, pesante dietro e leggera davanti, con la quale si tira su l’acqua come si potrebbe far con la mano, ma così velocemente che l’acqua trabocca ribollendo dal secchio: questa macchina si chiama “Pozzo a bilanciere”». Il giardiniere si adirò, cambiò colore e con scherno disse: «Ho imparato questo dal mio maestro: chi si serve di macchine, usa dei meccanismi e il suo spirito si meccanicizza. Chi ha lo spirito meccanicizzato non possiede più la purezza dell’innocenza e perde la pace dell’anima. Non ignoro i pregi di questa macchina, ma avrei vergogna a servirmene». La pittura di Enrico, per appartenenza generazionale, non attinge alla macchina del concetto, nel suo viaggio ha lasciato alle spalle lo scontro con il digitale, i dialoghi collaborativi e sfidanti tra la tecnologia dello screen e l’energia della tela, e si avventura nella freschezza dell’essere, del colore e della vitalità, perdendosi senza alcuna remora intellettuale dentro un heideggeriano ’’Holzweg’: ‘Holz è un’antica parola per dire bosco. Nel bosco ci sono sentieri che, sovente ricoperti di erbe, si interrompono improvvisamente nel fitto. Si chiamano Holzwege. Ognuno di essi procede per suo conto, ma nel medesimo bosco. L’uno sembra sovente l’altro: ma sembra soltanto. Legnaioli e guardaboschi li conoscono bene. Essi sanno che cosa significa trovarsi su un sentiero che, interrompendosi, svia “. (M. Heidegger, Holzwege, 1950 ). Sentieri che hanno quella innata e rivoluzionaria potenza di interagire con noi recuperata dalla pittura di Enrico, lasciando il rumore di fondo della mediazione tecnologica a campi di battaglia lontani.
Giuseppe Padula